È il 23 marzo 2022 quando sulla Gazzetta Ufficiale appare il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DCPM) che individua nel Parco di San Rossore – Massacciuccoli, precisamente in località Coltano, il sito dove costruire una nuova base militare destinata ad ospitare il reggimento paracadutisti Tuscania e il Centro Cinofili.
Una lista civica fa emergere la notizia ed ecco tutti gli attori istituzionali – Regione, Provincia, Comune, Ente Parco – interpretare il ruolo “bambino e marmellata”: eravamo all’oscuro di tutto, le istituzioni locali vanno interpellate, questione di trasparenza e democrazia. Bla bla bla.

Scopriamo che di questo progetto si parla dal 2019, quando la Camera impegna il Governo a valutare le risorse per costruire una base che, per motivi strategici, deve essere vicina a Camp Darby. Ma, soprattutto, che il 9 aprile 2021 il progetto viene inviato a tutte le istituzioni locali: e qui assistiamo a una telenovela di scarsa qualità, tra cassetti che restano chiusi e PEC che non arrivano per errori di certificazione …
La nuova base militare occuperebbe 73 ettari all’interno del Parco, di cui 40 cementificati: pista per elicotteri, due poligoni di tiro, centri di addestramento, magazzini per armi e esplosivi, muro per esercizi a fuoco e tutto l’apparato che serve a preparare la guerra. Più la cittadella per ospitare i militari.
Costo? 190 milioni di euro sottratti al Fondo Coesione e Sviluppo 2021-2027, quello che dovrebbe servire a rimuovere le profonde disuguaglianze sociali che avvelenano le nostre vite. 190 milioni che non basteranno e che saranno gestiti con procedure semplificate e commissariali.

Il 23 maggio le Istituzioni, riscoperta la democrazia, convocano un’assemblea per spiegare il mistero della base. Il Presidente della Regione, quello della Provincia e quello del Parco insieme con il Sindaco di Pisa vogliono convincere i cittadini della loro buona fede e della loro propensione all’ascolto. Del progetto della base non parlano – e continueranno a non parlare: sarà il movimento a renderlo pubblico attraverso una campagna informativa quotidiana sul territorio fino alla presentazione in piazza – studi e documenti alla mano – l’8 luglio.
È un’assemblea infuocata in cui devono prendere atto della decisa opposizione sia degli abitanti di Coltano che di una larga parte di cittadini, non categoria astratta ma corpi e parole di donne – student – ricercator – contadin – abitant di quartieri popolari – ambientalist …
Brucia il vulnus alla democrazia ma ancora di più lo spregio di tutto quel denaro investito nella preparazione delle guerra mentre salute, scuola, università, diritto all’abitare e al lavoro sono calpestati.
Brucia il sentirsi abitanti di una zona militarizzata, stritolata tra Camp Darby, aereoporto militare di Pisa, porto militare di Livorno, caserme della Folgore a Pisa e Livorno, CISAM.
Brucia la devastazione di un intero territorio.
Ed ecco che le Istituzioni iniziano a parlare di “spacchettamenti” e a buttare sul tavolo “proposte alternative” varie e fantasiose: un giorno è Pontedera, un altro il Cisam, un altro Ospedaletto. Un gioco delle tre carte per spaesare l’opposizione popolare.
Ma la realtà è che il DCPM resta lì, col suo carico di soldi rubati per preparare la guerra a Coltano. La realtà è che la costruzione della base è un problema in sé. Costruirla dentro il Parco, solo un aggravante: le nostre periferie urbane non possono certo sopportare altri carichi inquinanti.
Ed ecco che dove loro propongono la base, fiorisce immediata l’opposizione.

Arriva il 2 giugno: il movimento ora sono quelle 10.000 persone – forse più – che si riappropriano del borgo e delle campagne di Coltano per ribadire i loro molteplici NO:
NO alla base per le sue conseguenze ecologiche e climatiche
NO alla base per i suoi costi e il suo impatto socio-economico
NO alla base perché minaccia l’economia del territorio e i posti di lavoro connessi
NO alla base perché è pericolosa e non è la sicurezza di cui hanno bisogno le comunità
NO alla base perché vogliamo costruire il nostro futuro partendo da bisogni e desideri reali e condivisi
NO alla base percè ruba per sempre spazio pubblico
NO alla base per non essere complici delle guerra imperialiste
NO alla base né a Coltano né altrove per fermare la guerra e costruire un mondo di pace, giustizia e dignità.

E dopo il 2 giugno: il “presidio permanente itinerante” prepara un’estate no base fatta di controinformazione, socialità, momenti di studio e approfondimento, passeggiate …
Per approfondimenti, cerca nel nostro archivio.
Intanto ti segnaliamo il nostro opuscolo “NO BASE – Né a Coltano né altrove” pubblicato per il 2 giugno 2022 e il progetto segreto, reso pubblico dal movimento e presentato in piazza a Pisa l’8 luglio 2022.